alimentazione e malattie nei polli



“Il pascolo come fonte alimentare”(nei polli)

Il pascolo non solo migliora la salute degli animali e la qualità dell’uovo ma, se praticato correttamente, può anche portare ad un risparmio.
I nostri polli sono, come pure i suini, onnivori monogastrici. In condizioni naturali l’alimentazione dei polli si basa su una varietà di semi, frutti, erbe, piante medicinali e su ogni sorte di piccoli animali come vermi e insetti. Non vengono neppure disdegnati piccoli mammiferi come topi. Gli alimenti vengono scelti soprattutto in base alla struttura, al colore, alla forma e alla grandezza delle singole particelle. Anche l’intensità del colore ha una certa importanza.
Il pollo impiega normalmente circa mezza giornata nella scelta e nell’assunzione del cibo. Quando è libero di scegliere, per saziare il suo appetito, prima assume gli alimenti che sono più abbondantemente presenti e successivamente cerca piccoli pezzetti che costituiscono i ‘bocconi prelibati’. A questo proposito i singoli animali hanno preferenze diverse. I mangimi altamente energetici che vengono somministrati sia negli allevamenti più o meno intensivi che in quelli biologici permettono il sopraggiungere di una rapida sazietà, senza tuttavia soddisfare il bisogno di beccare e di esplorare. Ciò è considerato una delle cause di alcuni disturbi comportamentali quali ad esempio il beccarsi le penne e il cannibalismo. Il pascolo può invece soddisfare al massimo grado queste esigenze.
Poiché i costi per gli alimenti nell’allevamento biologico incidono notevolmente sul bilancio aziendale e anche poiché il pollo da un punto di vista alimentare è in diretta concorrenza con l’uomo, è naturale porsi la domanda: “Che valore ha il pascolo come sorgente alimentare?”.
Un pollo al pascolo consuma fino a 35 grammi di foraggio fresco al giorno. Nella letteratura sulla alimentazione dei volatili ancora nel 1987 il ‘fattore erba’ si trovava compreso tra le sostanze ad effetto sconosciuto sull’incremento delle produzioni. Ora si sa che il foraggio agisce positivamente sulle produzioni e sulla salute. Ciò è stato recentemente dimostrato in un esperimento nell’ambito di un dottorato di ricerca eseguito in condizioni scientificamente controllate: le galline a cui è stato somministrato foraggio (associato a luce naturale) hanno mostrato una condizione del piumaggio notevolmente migliore rispetto ad un gruppo di controllo che è stato alimentato solo con un’alimentazione standard.
Naturalmente anche gli insetti e i vermi giocano un ruolo importante, proprio perché nella alimentazione standard non sono presenti componenti di origine animale.
Se il pascolo porti anche ad un risparmio di mangime è controverso, poiché ciò dipende in modo notevole dalle condizioni di base dell’allevamento. Le ricerche fino ad oggi riguardo a questo aspetto hanno dato risultati diversi che vanno da un consumo maggiore dovuto ad un maggior movimento degli animali fino ad un risparmio calcolato attorno al 30%.
Soprattutto in caso di basse prestazioni, ad esempio con determinate razze di volatili, ci si può aspettare un risparmio di mangime o un incremento delle produzioni. Tuttavia anche gli ibridi sanno come usare il pascolo come fonte alimentare. Quanto più piccolo è il numero di animali e più grande è l’area di pascolo, meglio funziona l’offerta addizionale di alimenti costituita dal pascolo, naturalmente soprattutto nel caso di animali lasciati liberi di servirsene.
Un pascolo creato in modo ottimale, in cui i polli possano scegliere liberamente a seconda del proprio gusto tra un’offerta alimentare variata, permette di soddisfare i fabbisogni individuali ed eventualmente di bilanciare gli squilibri di una razione precostituita. In una azienda agricola sperimentale nei pressi di Kassel il pascolo è stato seminato con trifoglio. Ad ogni gruppo è stato consentito l’accesso a tre aree in rotazione in cui sono state piantate numerose specie autoctone di cespugli e piccoli alberi da frutto e dove sono stati costruiti dei ripari. I risultati provvisori di questo esperimento indicano che rispetto all’anno precedente nei mesi da luglio a dicembre il risparmio di mangime è stato di circa il 20%. Anche con l’aratura e la risemina di cereali (estivi/invernali a seconda della stagione) che quando raggiungono un’altezza di circa venti centimetri vengono concessi al pascolamento, si possono ottenere risparmi degli alimenti e vantaggi igienici.
Al contrario c’è da aspettarsi un maggior consumo di alimenti quando il pascolo offre possibilità di movimento ma niente cibo, per esempio quando la densità degli animali è troppo elevata o quando il pascolo non è sufficientemente sfruttato o perché a causa di infestazioni parassitarie gli animali hanno maggiori esigenze nutritive.
Attraverso una scrupolosa gestione (rotazione, risemina e falciatura) si dovrebbe fare in modo di ottenere una elevata produzione di foraggio con il minor contenuto possibile di fibra grezza. E’ anche importante preoccuparsi di fornire strutture di riparo per permettere che tutto il pascolo venga sfruttato. Inoltre per garantire la presenza di componenti animali si possono ad esempio formare mucchi di compost e piantare piante che attraggono insetti.
Tuttavia nelle condizioni attuali non bisogna avere grosse aspettative di un risparmio di alimenti con l’uso del pascolo in quanto, a causa delle elevate produzioni, gli ibridi moderni hanno delle esigenze nutritive che vanno esattamente soddisfatte e alcune sostanze, che spesso determinano delle carenze, devono comunque essere apportate dal mangime. Somministrando i diversi componenti del mangime separatamente si hanno maggiori possibilità di risparmio in quanto i polli, a seconda di quanto il pascolo offre, possono poi compensare le carenze scegliendo solo le sostanze di cui necessitano.
Inoltre forse bisognerebbe ancora una volta riflettere sull’impiego e sul miglioramento dell’allevamento di razze di volatili che si sono affermati in quanto ‘buoni cercatori di alimenti’. 
E riguardo alla qualità dell’uovo?
  E’ risaputo che il colore del tuorlo dell’uovo migliora con l’assunzione di foraggio: il carotenoide contenuto nell’erba permette di ottenere in modo naturale il ‘giallo dell’uovo’, così importante per il consumatore. Uno dei nuovi metodi per la determinazione della qualità dell’uovo è la “analisi biofotonica”. Questa si basa sulla misurazione di una radiazione luminosa molto bassa, liberata da una sostanza alimentare sottoposta ad una determinata sorgente luminosa.
E’ chiaro che esiste una relazione tra la capacità di emettere luce e la vitalità dei sistemi viventi. Questo metodo, finora usato soprattutto per gli alimenti di origine vegetale, è stato sperimentato ora sulle uova di diversa provenienza. Con ciò si è potuto dimostrare che le uova di galline che hanno a disposizione foraggio e luce naturale emettono una più elevata radiazione biofotonica. Che sia quindi proprio vero che esistono uova felici prodotte da galline felici?
 
 
 
 
 “Corretta alimentazione nei volatili”
Con l’entrata in vigore del regolamento CEE 1084/99 sono stati apportati alcuni cambiamenti anche riguardo al modo in cui vanno alimentati i volatili. Se gli ingredienti vengono selezionati con cura, è possibile formulare una razione che garantisca buone produzioni. Il mantenimento ottimale degli animali basato su alimenti di origine biologica, che per quanto possibile dovrebbero provenire dall’azienda agricola stessa, è fondamentale nell’allevamento biologico dei volatili. A questo proposito il regolamento CEE ha aggiunto o precisato alcune norme:
·      Di regola tutti gli animali devono disporre di un’area di pascolo.
·      Nella razione giornaliera devono essere somministrati foraggi freschi, essiccati o insilati.
·      Per il pollame nella fase di ingrasso la razione deve contenere almeno il 65% di cereali.
·      Alimenti, materie prime per mangime, mangimi composti e loro componenti non devono essere stati prodotti con l’impiego di organismi geneticamente modificati (OGM) o di prodotti da essi derivati.
·      L’acquisto annuale di componenti della razione di origine convenzionale è ridotto al 20% della materia secca. Si dovrebbero acquistare solo quei componenti elencati nell’allegato II, parte C. In caso fossero disponibili componenti di origine biologica, questi dovrebbero avere priorità d’acquisto.
·      L’acquisto e la somministrazione di alimenti in fase di conversione sono limitati. Se gli alimenti in conversione provengono dalla propria azienda, la percentuale può arrivare al 60%; se vengono acquistati all’esterno dell’azienda la percentuale massima autorizzata è del 30%.
Quindi un acquisto senza limiti di alimenti in conversione non è più possibile. Secondo il regolamento CEE un’azienda agricola biologica non può più coprire completamente con l’uso di materie prime provenienti da aree in conversione la percentuale permessa di alimenti biologici acquistabili. In pratica i fornitori di mangimi devono dichiarare quale percentuale di alimenti in conversione è contenuta nei singoli alimenti o nel mangime. L’allevatore deve poi controllare la propria quantità annuale. Nell’acquisto di alimenti di origine convenzionale bisogna inoltre fare attenzione che questi siano stati dichiarati prodotti senza l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM). Informazioni e liste sono disponibili presso gli sportelli di consulenza o le sedi di Bioland.
  Componenti degli alimenti
La gamma dei componenti alimentari di produzione biologica è diventata vasta; tuttavia l’offerta non è sempre costante. Nel caso degli alimenti proteici ci sono continuamente carenze nella disponibilità. Dall’azienda stessa possono di solito essere prodotti come componenti alimentari per il consumo cereali, semi di leguminose e semi oleosi.
Cereali . I cereali sono in primo luogo apportatori di energia. A seconda delle finalità dell’allevamento la loro percentuale nel mangime varia dal 40 al 65%. Alla segale e al triticale gli animali vanno abituati lentamente attraverso la somministrazione di percentuali crescenti. Di solito la percentuale da raggiungere è compresa tra il 20 e il 35%. L’orzo e l’avena possono essere aggiunti in percentuali dal 10 al 30%.
Semi di leguminose . I semi di leguminose hanno un contenuto proteico notevolmente superiore rispetto ai cereali. Per l’alimentazione dei pulcini, dei giovani animali in crescita e delle ovaiole la loro composizione proteica è tuttavia insufficiente a coprire i fabbisogni. In Germania di preferenza vengono aggiunti alla dieta fave, lupini e piselli, sporadicamente anche semi di soia e veccia. I piselli possono essere aggiunti alla razione in percentuale fino al 30%. Nel caso delle fave la loro percentuale, che dipende dal tipo e dall’uso, va dal 20 fino al 25%. I semi di soia vanno sottoposti ad un trattamento termico per poter essere assimilati in modo efficiente. La loro percentuale nel mangime va dal 10 al 20%, simile a quella dei lupini.
Semi oleosi . I semi oleosi sono componenti molto ricchi di energia. La loro percentuale nel mangime di regola è compresa tra il 5 e il 12%. Riguardo ai semi di girasole non sbucciati, le bucce possono essere il fattore limitante che pregiudica negativamente l’assunzione degli alimenti. La colza non dovrebbe essere somministrata. alle ovaiole.
Sottoprodotti della lavorazione dei semi oleosi . I residui derivanti dall’estrazione meccanica dell’olio dai semi oleosi sono validi componenti alimentari in quanto ricchi di proteine. Possono essere impiegati per raggiungere il necessario equilibrio aminoacidico.
Altre sostanze alimentari . La farina di erba medica viene di solito impiegata in percentuale fino all’8% per favorire la pigmentazione del tuorlo nelle ovaiole. L’olio di origine vegetale serve come apportatore energetico e come legante per le farine. Gli insilati di erbe o di cereali così come l’erba a disposizione nei parchetti ampliano la gamma degli alimenti disponibili fornendo sostanze a basso valore nutritivo.
Questi alimenti tuttavia non sono sufficienti a soddisfare i fabbisogni in sostanze nutritive dei volatili in tutte le fasi della loro vita. In agricoltura biologica importanti componenti per il mantenimento dei fabbisogni di proteine o non sono disponibili oppure lo sono in modo limitato. Il Regolamento CEE fornisce una lista di sostanze alimentari che sono permesse (acquistabili). Per le aziende agricole che seguono le direttive di Bioland sono a disposizione le seguenti sostanze:
·       Semi di lino, pasta di lino, expeller di lino
·       Vinacce provenienti dalla lavorazione della birra e lievito di birra, se consentito anche dal Regolamento 2092/91
·       Residui della lavorazione della frutta
·       Foraggi freschi e conservati provenienti da campi che durante l’intero periodo vegetativo sono stati coltivati col metodo biologico, il cui ultimo trattamento convenzionale può tuttavia anche essere stato eseguito meno di 12 mesi prima
·       Fecola di patate
·       Prodotti di origine casearia
·       Glutine di mais
·       Farina di erba medica
Con questi prodotti possono essere preparati dei razionamenti in grado di soddisfare anche i fabbisogni alimentari dei pulcini e degli animali giovani in accrescimento. Per l’alimentazione dei pulcini di tacchino sono tuttavia necessari alimenti di qualità molto elevata. Attraverso la selezione di una pluralità di componenti alimentari prodotti secondo il metodo biologico e di componenti proteici di alto valore e consentiti è possibile avvicinarsi ai valori nutritivi necessari. La farina di pesce non è stata ancora autorizzata da Bioland.
Preparazione degli alimenti e della razione  
I componenti alimentari si presentano sotto diverse forme. Per esempio in commercio possono essere disponibili alimenti sotto forma di pellet e prodotti di origine casearia talvolta solo in forma liquida. In queste circostanze c’è la possibilità di somministrare i componenti separatamente oppure di legare un componente liquido ai semi (per esempio il latte magro). Le galline ovaiole necessitano di una dose giornaliera di cereali compresa tra 10 e 15 grammi per capo. Poi ci sono componenti con minor digeribilità come l’erba in diverse forme di conservazione, gli insilati e gli scarti di verdure. E’ molto importante che gli insilati non subiscano contaminazioni fungine e che l’odore acido non venga trasmesso alle uova.
In linea di principio gli alimenti possono essere somministrati agli animali sia in forma secca che umida. I polli assumono molto volentieri gli alimenti in forma umida. In questo caso bisogna però fare in modo che la quantità di cibo somministrata agli animali venga consumata nel giro di poco tempo e che non vada a male. Spesso i due tipi di alimenti (secco e umido) vengono usati insieme.
Alimentazione completa  In questo caso gli animali sono alimentati con miscele che forniscono loro tutte le sostanze nutritive indispensabili. Questi mangimi sono di solito in forma secca e vengono somministrati ad libitum. La razione può anche essere integrata da altri componenti quali erba, semi e verdure.
Alimentazione combinata  Si tratta di un nucleo contenente almeno il 20% di proteina grezza e circa 11MJ di energia convertibile, lasciato a libera disposizione degli animali e completato da granaglie da beccare. Adatti sono frumento, avena, orzo e mais in piccoli grani. Se schiacciati possono essere somministrati anche grossi grani. E’ importante seguire le indicazioni del produttore del nucleo alimentare. La somministrazioni di altri componenti della razione è possibile; tuttavia è necessaria una buona valutazione delle esigenze alimentari degli animali.
Le aziende che producono i loro alimenti possono produrre in azienda o singoli componenti proteici o un nucleo ricco di proteine e componenti minerali.
La pratica ha dimostrato che, in particolare nel caso di una razione con tanti componenti diversi, è vantaggioso somministrare gli alimenti proteici e la calce sempre a parte, ad libitum, in semplici mangiatoie automatiche. In questo modo le galline ovaiole possono decidere la loro dieta individualmente. Un attento osservatore noterà che le galline a seconda dei periodi si alimentano in modo molto diverso.
Evidentemente quando le galline ricevono una razione varia e possono andare al pascolo riescono a soddisfare le oscillazioni nei fabbisogni alimentari che si creano e che una dieta standardizzata non può coprire. Gli animali possono riuscire da soli, a compensare alcune carenze alimentari.
Componenti della razione di produzione aziendale
Cereali
Frumento, mais, triticale, orzo, avena, segale
Semi di leguminose
Fagioli, lupini, veccia, piselli, semi di soia
Semi oleosi
Semi di girasole, colza, semi di soia
Supplementi proteici
Sottoprodotti semi oleosi: lino, colza, girasole
Altri prodotti
Farina di erba medica, oli vegetali, CCM, insilati di piante intere, insilati di cereali, scarti di verdure, frutta, vinacce
 
 
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